Ghali è uno degli artisti emersi negli ultimi anni che ha bisogno davvero di poche presentazioni: venticinquenne che scrive e produce musica da quando ha undici anni, altissimo, nato a Milano da genitori tunisini con un’infanzia alquanto travagliata, è diventato non solo l’emblema di molte nuove generazioni, ma anche un punto di riferimento musicale.
La fama è arrivata con “Ninna Nanna”, nel 2016, quando ha iniziato a collezionare record su record, iniziando il consolidamento di anni e anni di gavetta e facendosi conoscere a un pubblico sempre più vasto.
C’è chi lo ama e chi lo odia, come ogni artista e/o personaggio di spicco che si rispetti: resta il fatto che questo 5 luglio si è esibito al Frauenfeld Festival in Svizzera, il più importante festival di musica hip hop d'Europa, confermando il sentore che il prossimo passo sia un vero e proprio salto verso i mercati internazionali, dove è già noto agli operatori del settore che lo osservano con interesse e attenzione.
In un momento in cui la situazione politica italiana è così confusa e così concentrata solo sulle negatività del fenomeno dell’immigrazione sono personaggi come lui che fanno riflettere sull’importanza dell’apertura mentale, oltre che delle frontiere.
Da fine ottobre è iniziato il suo tour “dai palazzi ai palazzetti”: Live Nation ha realizzato un vero e proprio “viaggio nel mondo di Ghali” anche grazie a Claudio Santucci, show designer (colui che si è occupato del design dei tour di Negramaro, Cremonini e Vasco Rossi) e Jordan Bavel, light designer, con i quali Ghali, che immagina questo tour da anni, si è trovato a lavorare prima di iniziare a viaggiare di palazzetto in palazzetto.
Siamo andati alla data al Palapartenope di Napoli e lo spettacolo non è stato solo quello che abbiamo visto sul palco: il pubblico, giovane e giovanissimo (accompagnato da genitori che sapevano anche loro le canzoni a memoria e non hanno smesso di ballare per un attimo), non si è risparmiato, regalando a Ghali una grande soddisfazione, visto che al suo primo concerto a Napoli “ci saranno state a dire tanto trenta persone”, come ha detto durante il live.
L’impianto scenico è imponente, così come la presenza e la capacità di tenere il palco di questo talentuoso “spilungone” (come lo chiama Jimmy, il suo amico immaginario di quando era bambino, altro grande protagonista dello spettacolo) che sta facendo discutere mezza Italia, tra politica e musica. Sul palco anche Capo Plaza (dell'etichetta Sto, di proprietà di Ghali) che essendo di Salerno la sera dell'8 ha decisamente "giocato in casa".
Un tour che è arrivato alla sua conclusione, ma se non avete impegni e siete dalle parti di Roma fateci un pensierino: il 13 novembre sarà al Palalottomatica e i fan sono già in fibrillazione perché il 2019 è l’anno in cui il suo nuovo disco uscirà.
Uscendo dal palazzetto è stata netta e definita la sensazione di aver assistito a qualcosa di più di un semplice concerto: il viaggio in cui Ghali ci ha accompagnato in quasi due ore di spettacolo (nel senso più stretto del termine) trascende la mera dimensione musicale, coinvolgendoci anche sul piano sociale, molto più di quello che ci saremmo potuti aspettare.