Rakele: “Il Diavolo è Gentile”!
Chiara Colasanti | 13 aprile 2015

Tra le Nuove Proposte a Sanremo quest'anno avete potuto fare la conoscenza di Rakele, diciannovenne napoletana con tanta voglia di comunicare il proprio mondo interiore alle persone che sono diventate a tutti gli effetti il suo pubblico. Si affaccia così sulla scena musicale nazionale con “Il Diavolo è Gentile”, composto da dieci tracce che fanno conoscere meglio questa ragazza sensibile e testarda, un vero e proprio caleidoscopio di ispirazione e desiderio di arrivare a parlare dritto al cuore delle persone.

 

  • Com'è stata l'esperienza in studio e come sono nate le dieci tracce di “Il Diavolo è Gentile”?

L'esperienza in studio è stata bellissima: ho conosciuto Tony Bungaro in occasione di uno stage, insieme a lui e a Cesare Chiodo abbiamo iniziato a sperimentare un certo tipo di linguaggio, un certo tipo di sound, perché io ho sempre ascoltato un certo tipo di musica e quindi loro, con me, hanno cercato di inserire nel mio album, tutto quello che mi rappresenta e mi rispecchia. È stato bello sperimentare con loro, fare le tre del mattino per raggiungere quel tipo di risultato: è bello lavorare con delle persone che oltre ad essere competenti e veramente straordinarie, hanno quella fame non di perfezione, perché alla fine la perfezione sa essere noiosa, ma di raggiungere quel tipo di risultato che sia soddisfacente! Pur di raggiungerlo, appunto, abbiamo fatto tardi o dimenticato di mangiare, perché è bello avere fame di musica e avere voglia di dare agli altri qualcosa che prescinda dal solito disco, ma che voglia comunicare qualcosa in più.

 

  • Come nascono le tue canzoni?

L'ispirazione viene nei momenti più impensabili della giornata: anche per strada qualcosa ti capisce e ti metti a cantare in giro, così ti prendono per pazza, ma va bene così! Oppure, per dirti, vedi un albero che ti colpisce, prima di fare la foto con il telefono, scatto una fotografia con gli occhi e da quell'immagine possono scaturirne dei pensieri, delle riflessioni che poi porti nella tua musica! Nella musica c'è quello che tu vivi, c'è l'esperienza che tu hai: ho 19 anni, di esperienze non ne ho tantissimissime, ma quelle che ho avuto mi hanno spinta a scriverle e a raccontarmi. Io non scrivo da sola: non sono una cantautrice, ma collaboro con i miei produttori che si occupano della scrittura e della produzione musicale, siamo una squadra!

 

  • I tuoi punti di riferimento, musicali o meno, che sono importanti per il tuo percorso?

Sicuramente i Coldplay, perché mi hanno accompagnata lungo il mio percorso artistico e personale: sono cresciuta ascoltando i Coldplay, li ho ascoltati in qualsiasi momento e per me sono importanti (ho un tatuaggio a tema Coldplay dietro la nuca). Ascolto tantissima musica: dai Florence and the Machine, passando per i XX, arrivando ai The Script... tanta, tanta musica!

 

  • C'è una canzone in particolare del tuo album che ti rispecchia maggiormente in questo momento?

Sono tutti figli ugualmente amati! C'è verità in ogni brano, ogni brano è una storia che io voglio raccontare alla gente e il mio obiettivo è proprio quello di far ritrovare le persone nelle parole che io canto. In fondo è proprio questo l'obiettivo della musica: far condividere esperienze e punti di vista! Le persone, secondo me, hanno bisogno di sentire quella parola in quel momento della giornata, che magari la migliora così come la può peggiorare, però è quasi imbarazzante pensare quale potere può avere la musica! Io sono davvero fortunata e felice di poter fare questo lavoro perché l'ho sempre desiderato!

 

  • C'è una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui vorresti poter rispondere per parlare di qualcosa che ti sta particolarmente a cuore?

A me piacciono le domande “non stupide”, diciamo: è sempre facile rispondere in maniera interessante a domande che ti stimolano! Faccio fatica alle domande un po' più facili perché io sono un po' particolare e le cose più banali non mi interessano tanto, anche se questo non preclude il fatto che le domande non possano essere semplici, eh! Domande semplici magari aprono un mondo che riesce a stimolarti tanto, così come quelle più “intriganti”.
Mi piace molto mettermi in discussione, mi piace essere aperta e non rispondere in maniera schematica, ma poter dire qualcosa in più, perché c'è un mondo che si muove e scalpita dentro e le domande di un certo tipo permettono di esprimerne almeno una parte!

 

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