Sei ragazzi e un musicista
Niccolò Agliardi firma la colonna sonora della nuova serie tv "Braccialetti rossi"
Redazione | 13 febbraio 2014
Com’è nata la collaborazione al progetto Braccialetti rossi?
Da una richiesta del produttore, che ha deciso che la componente musicale dovesse avere un ruolo importante all’interno della serie. Mi ha chiesto di provare ad essere libero da me stesso per potermi affezionare a qualcosa di esterno: non è stato per niente difficile!
Cosa ha rappresentato per te lavorare a questa colonna sonora?
Una rivoluzione, nella vita privata e professionale. Ho cominciato il lavoro con la band, impostando delle melodie che ci sembravano adatte al clima della serie. Poi la mia convivenza sul set in Puglia con i sei protagonisti della storia mi ha aiutato a ristrutturare le canzoni, ad avvicinarle al linguaggio degli adolescenti. In questo mi hanno aiutato proprio i protagonisti.
Sei stato con loro 4 mesi: cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Uno tsunami. I ragazzi sul set dovevano seguire regole, essere attenti a non prendere il sole, seguire una dieta sana: io ho deciso di seguire le stesse regole, di essere uno di loro. E così, mentre i miei amici erano in giro per il mondo, io sono stato con sei scalmanati a raccontare il dolore…
Il brano Braccialetti rossi lo interpreti tu: parlaci della canzone.
Ho immaginato che potesse cantarla Leo, interpretato da Carmine Buschini. Malgrado tutte le zone d’ombra, Leo è uno che alza le spalle, guarda in alto e dice: io non ho finito. È un grido che possiamo lanciare tutti noi.
Molti artisti famosi collaborano al progetto: com’è stato lavorare insieme?
All’inizio della produzione, nessuno sapeva bene cosa stessimo facendo, e quindi si erano poste alcune questioni di cogestione. Ma una volta capita la potenza di Braccialetti rossi tutti sono stati bene insieme, che è poi la bellezza di questo progetto.
Da una richiesta del produttore, che ha deciso che la componente musicale dovesse avere un ruolo importante all’interno della serie. Mi ha chiesto di provare ad essere libero da me stesso per potermi affezionare a qualcosa di esterno: non è stato per niente difficile!
Cosa ha rappresentato per te lavorare a questa colonna sonora?
Una rivoluzione, nella vita privata e professionale. Ho cominciato il lavoro con la band, impostando delle melodie che ci sembravano adatte al clima della serie. Poi la mia convivenza sul set in Puglia con i sei protagonisti della storia mi ha aiutato a ristrutturare le canzoni, ad avvicinarle al linguaggio degli adolescenti. In questo mi hanno aiutato proprio i protagonisti.
Sei stato con loro 4 mesi: cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Uno tsunami. I ragazzi sul set dovevano seguire regole, essere attenti a non prendere il sole, seguire una dieta sana: io ho deciso di seguire le stesse regole, di essere uno di loro. E così, mentre i miei amici erano in giro per il mondo, io sono stato con sei scalmanati a raccontare il dolore…
Il brano Braccialetti rossi lo interpreti tu: parlaci della canzone.
Ho immaginato che potesse cantarla Leo, interpretato da Carmine Buschini. Malgrado tutte le zone d’ombra, Leo è uno che alza le spalle, guarda in alto e dice: io non ho finito. È un grido che possiamo lanciare tutti noi.
Molti artisti famosi collaborano al progetto: com’è stato lavorare insieme?
All’inizio della produzione, nessuno sapeva bene cosa stessimo facendo, e quindi si erano poste alcune questioni di cogestione. Ma una volta capita la potenza di Braccialetti rossi tutti sono stati bene insieme, che è poi la bellezza di questo progetto.