Com’è profondo il mare
Da X Factor a Sanremo, passando per l’album “In equilibrio”. La raffinata artista Ilaria Porceddu racconta il suo viaggio musicale e personale
Mattia Marzi | 10 dicembre 2013
Parliamo del tuo disco: In equilibrio. Perché questo titolo?
Ho deciso di intitolarlo così perché essere in equilibrio è una condizione che accomuna, oggi come non mai, tutti gli artisti come me, e forse non solo gli artisti. Al giorno d’oggi siamo tutti precari, costretti a vivere di incertezze.
Il brano, che poi dà il titolo all’intero album, parla di questa condizione: essere in costante equilibrio porta a voler ricercare continuamente quello che siamo davvero, quello che nessuno può giudicare.
Il mare è un topos del tuo ultimo album. Che rapporto hai con il mare?
Noi sardi, per muoverci dalla nostra regione, dobbiamo per forza attraversare il mare: basti pensare al fatto che definiamo la penisola italiana “il continente”. Per me rappresenta un po’ un “limite”, un elemento che dobbiamo superare per giungere oltre.
Dal mare a Oceano, un brano di Lisa di cui hai eseguito una bella versione. Perché sei tanto legata a questa canzone?
È un brano che mi ha portato davvero tanta fortuna, ed è per questo che mi ha accompagnata nelle fasi più importanti della mia vita. Mi ha permesso di vincere Castrocaro, mi ha fatta conoscere al grande pubblico tramite X Factor e fa parte della scaletta dei miei concerti ancora oggi. Rappresenta davvero il mio percorso artistico, anche se non l’ho scritta io.
In uno dei brani dell’album, Vendo e compro oro, parli in maniera ironica della condizione che gli artisti come te vivono in questo momento.
Vendere oro, per noi artisti, rappresenta il voler diffondere quanto più possibile la nostra arte. Per farlo siamo costretti a far qualsiasi cosa, anche vendere i gioielli che i nostri genitori tengono nascosti dentro i loro cassetti. È un brano che porta la firma di Momo, una cantautrice che stimo davvero tanto.
Mai mai è invece di un grandissimo come Lucio Dalla ed è uno degli episodi migliori di tutto il disco. In che modo è riuscita a raggiungerti questa canzone?
Questo brano è nato dalla collaborazione tra Lucio Dalla e Attilio Fontana, durante uno spettacolo teatrale che Lucio portò a teatro qualche mese prima di passare a miglior vita. Fu proprio Attilio a farmela ascoltare, quando stavamo per completare le registrazioni di In equilibrio: sono rimasta incantata dalla femminilità del testo, che parla del confronto tra due donne di generazioni diverse. Ho colto al volo l’occasione di poter inserire la canzone nel mio disco, anche se purtroppo non ho avuto modo di confrontarmi con Lucio. Il mio sogno era quello di sentirlo cantare In equilibrio: ne sarebbe venuta fuori una cosa bellissima.
Nell’album sono contenuti diversi brani cantati in lingua sarda. Da dove è nata la scelta di dare spazio anche al tuo dialetto?
La Sardegna è la mia terra, e la lingua sarda rappresenta quella che sono. Il sardo è un suono viscerale, un suono concreto e terreno, fa parte della mia “esistenza primitiva” ed è per questo che ho deciso di dedicargli uno spazio all’interno del disco.
Nei giorni scorsi la Sardegna è stata colpita da una terribile alluvione: qual è stata la tua reazione alla notizia del disastro?
Ho provato un sentimento di sofferenza e di rabbia, soprattutto a rivedere i luoghi della mia infanzia e della mia adolescenza sommersi dall’acqua. Probabilmente questa situazione si sarebbe potuta evitare in qualche modo. Vorrei dedicare un pensiero anche alla Calabria, che in questi giorni ha combattuto contro la natura; si tratta di due regioni che, in casi come questi, cercano di farsi valere combattendo con le loro forze, senza l’aiuto di chi dovrebbe dare aiuto.
Ho deciso di intitolarlo così perché essere in equilibrio è una condizione che accomuna, oggi come non mai, tutti gli artisti come me, e forse non solo gli artisti. Al giorno d’oggi siamo tutti precari, costretti a vivere di incertezze.
Il brano, che poi dà il titolo all’intero album, parla di questa condizione: essere in costante equilibrio porta a voler ricercare continuamente quello che siamo davvero, quello che nessuno può giudicare.
Il mare è un topos del tuo ultimo album. Che rapporto hai con il mare?
Noi sardi, per muoverci dalla nostra regione, dobbiamo per forza attraversare il mare: basti pensare al fatto che definiamo la penisola italiana “il continente”. Per me rappresenta un po’ un “limite”, un elemento che dobbiamo superare per giungere oltre.
Dal mare a Oceano, un brano di Lisa di cui hai eseguito una bella versione. Perché sei tanto legata a questa canzone?
È un brano che mi ha portato davvero tanta fortuna, ed è per questo che mi ha accompagnata nelle fasi più importanti della mia vita. Mi ha permesso di vincere Castrocaro, mi ha fatta conoscere al grande pubblico tramite X Factor e fa parte della scaletta dei miei concerti ancora oggi. Rappresenta davvero il mio percorso artistico, anche se non l’ho scritta io.
In uno dei brani dell’album, Vendo e compro oro, parli in maniera ironica della condizione che gli artisti come te vivono in questo momento.
Vendere oro, per noi artisti, rappresenta il voler diffondere quanto più possibile la nostra arte. Per farlo siamo costretti a far qualsiasi cosa, anche vendere i gioielli che i nostri genitori tengono nascosti dentro i loro cassetti. È un brano che porta la firma di Momo, una cantautrice che stimo davvero tanto.
Mai mai è invece di un grandissimo come Lucio Dalla ed è uno degli episodi migliori di tutto il disco. In che modo è riuscita a raggiungerti questa canzone?
Questo brano è nato dalla collaborazione tra Lucio Dalla e Attilio Fontana, durante uno spettacolo teatrale che Lucio portò a teatro qualche mese prima di passare a miglior vita. Fu proprio Attilio a farmela ascoltare, quando stavamo per completare le registrazioni di In equilibrio: sono rimasta incantata dalla femminilità del testo, che parla del confronto tra due donne di generazioni diverse. Ho colto al volo l’occasione di poter inserire la canzone nel mio disco, anche se purtroppo non ho avuto modo di confrontarmi con Lucio. Il mio sogno era quello di sentirlo cantare In equilibrio: ne sarebbe venuta fuori una cosa bellissima.
Nell’album sono contenuti diversi brani cantati in lingua sarda. Da dove è nata la scelta di dare spazio anche al tuo dialetto?
La Sardegna è la mia terra, e la lingua sarda rappresenta quella che sono. Il sardo è un suono viscerale, un suono concreto e terreno, fa parte della mia “esistenza primitiva” ed è per questo che ho deciso di dedicargli uno spazio all’interno del disco.
Nei giorni scorsi la Sardegna è stata colpita da una terribile alluvione: qual è stata la tua reazione alla notizia del disastro?
Ho provato un sentimento di sofferenza e di rabbia, soprattutto a rivedere i luoghi della mia infanzia e della mia adolescenza sommersi dall’acqua. Probabilmente questa situazione si sarebbe potuta evitare in qualche modo. Vorrei dedicare un pensiero anche alla Calabria, che in questi giorni ha combattuto contro la natura; si tratta di due regioni che, in casi come questi, cercano di farsi valere combattendo con le loro forze, senza l’aiuto di chi dovrebbe dare aiuto.