In un’atmosfera tra lo psichedelico e il punk-rock, in una “tempesta elettrica”, creata anche dall’ascolto del disco, incontriamo Piero Pelù e Ghigo Renzulli, di nuovo insieme dopo tredici anni. Grande Nazione, il primo album a tre anni dalla reunion di questo grande gruppo, annuncia un fervente rinnovamento, ma senza dimenticare la tradizione. Spicca una forte connotazione di impegno politico e critica, ma i Litfiba non dimenticano di proporre anche l’antidoto alla situazione del nostro Paese.
Com’è nato il disco?
«Noi ci consideriamo degli artigiani della musica. Questo disco è nato anche durante il tour di Stato Libero e quindi risente molto della straordinaria energia dei live. Le idee venivano fuori a fiumi e abbiamo deciso di assecondarle in pieno».
Come mai l’avete intitolato Grande Nazione?
«È un titolo che comprende in sé un pizzico di orgoglio: noi riteniamo che l’Italia sia una grande nazione, con una grande storia e un grande presente, nonostante la crisi, che non risparmia nessuno. Se però vogliamo sperare che nasca finalmente una terza Repubblica, è necessario che Monti si levi dai piedi tutti i corrotti, i corruttori e i mafiosi, come diciamo nel disco».
Chi ha ideato la copertina?
«È stata un’idea di Piero. Ci siamo io e lui (NdR: Piero Pelù e Ghigo Renzulli) disegnati come scheletri e intorno a noi ce ne sono altri più piccoli che rappresentano le canzoni dell’album. Ad esempio, lo scheletro con il simbolo anarchico rappresenta la canzone Anarcoide; quello con il bicchiere in mano Fiesta tosta. È una specie di indice visivo delle canzoni».
Perché avete scelto proprio Squalo come primo singolo da lanciare?
«È stata una scelta provocatoria, perché, sulla carta, Squalo è il “peggior” pezzo del disco. Si voleva far capire che l’impronta del disco era tosta».
Come sarà strutturato il tour?
«Il tour partirà in Italia, con tre date che faranno da anteprima, per poi allargarsi al panorama europeo e, infine, tornare in Italia. Per quanto riguarda la scelta delle canzoni, presenteremo quasi tutte quelle del nuovo album, senza dimenticare naturalmente tutti i grandi successi storici dei Litfiba. Niente maxischermi, niente proiezioni, pura e semplice musica. Niente mediazioni».
Pensando al rock rivoluzionario ed emblematico di Fata Morgana, cosa possono e vogliono dare in più i nuovi Litfiba al panorama italiano, considerando che i primi l’hanno completamente scardinato?
«Crediamo che il fatto di pubblicare nel 2012 un album che è estremamente sincero, che non è stato “tirato per la giacchetta” né da discografici, né da manager, né da esigenze di mercato, renda il prodotto in grado di arrivare il più direttamente possibile a chi lo ascolterà».
Trionfo del rock. L’album a tre anni dalla reunion
La grande Italia secondo i Litfiba
Graffiante, diretto e tosto: il nuovo disco racconta con l’energia di sempre le contraddizioni di una “Grande Nazione”, aspettando la terza Repubblica
Elena Prati e Alessandra Arpi | 2 febbraio 2012