La faida dell’anno proseguirà presto in tribunale, terreno dove Drake ha scelto di scontrarsi contro Kendrick Lamar per interposta persona, ossia Universal Music Group e Spotify. Forse sarebbe stato meglio rimanere sul piano lirico, perché se K-Dot è difficile da battere in rima, sembra ancora più difficile battere UMG in aula.
Ma a quanto pare questo non spaventa Drizzy o, piuttosto, il suo team legale, che infatti si troverà in tribunale venerdì 20 dicembre per presentare le accuse di accuse di aver gonfiato gli ascolti di “Not Like Us”. Per Drake, la hit del rivale avrebbe potuto contare su diverse strategie di incremento degli ascolti non proprio legali se non direttamente illegali. Tra queste, l’utilizzo di bot, il ricorso a payola verso iHeartRadio e la deliberata rimozione del copyright per incentivare creator e streamer a diffondere l’inno di Compton.
Non solo, ma Drake ha anche accusato Universal di diffamazione, dato che nel testo Kendrick gli da esplicitamente del pedofilo. “La UMG non si è affidata al caso, né a pratiche commerciali ordinarie”, si legge nell’istanza preliminare, “ha invece avviato una campagna per manipolare e saturare i servizi di streaming e le onde radio”.
Durante un recente episodio del suo programma su Apple Music, il conduttore radiofonico Ebro ha spiegato perché crede che Drake finirà per perdere: “Ho lavorato nel settore radiofonico e nei media per 30 anni”, ha detto, “ci sono state accuse di payola… Sono stato indagato, persone con cui ho lavorato sono state indagate, ma non è mai emerso nulla”. Staremo a vedere se questa volta invece sarà un’occasione per smascherare certe strategie che, ormai si sa, vengono usate comunemente dall’industria.