Baby Gang ha paragonato su Instagram la sua condanna a quella di Lucarelli e Apolloni
“Ma se per un video musicale prendo gli stessi anni di uno stupratore il problema è mio?”. Questa l’interrogativo di Baby Gang in un carosello di Instagram stories in cui pone a confronto la sentenza per i disordini avvenuti durante il videoclip di Neima Ezza “Rapina” e quella relativa al caso di violenza di Mattia Lucarelli e Federico Apolloni.
La scorsa settimana infatti Zaccaria è stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata a 3 anni e 4 mesi per la situazione di opposizione alle forze dell’ordine che si era scatenata durante le riprese di un video musicale di Neima Ezza, per il quale erano accorsi oltre trecento fan.
Il trapper ha messo a confronto la sua sentenza con quella dei calciatori Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, condannati a 3 anni e 7 mesi per aver partecipato a una violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza di 22 anni nel marzo 2022.
Si è dunque chiesto se “il problema” sia suo oppure “di chi le leggi le detta soltanto a chi non li [sic!] sta comodo”. Nei commenti alle pagine che hanno ripreso le storie la maggior parte si è detta d’accordo con la frustrazione e l’incredulità di Baby Gang che, tra l’altro, deve scontare anche un’anno di sorveglianza speciale in attesa del processo di appello.
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Trascendendo dal discorso della pena detentiva come riabilitazione e rieducazione alla vita civile, forse qui il problema non è la pena di Zaccaria a “ben” 3 anni, quanto piuttosto il fatto che per uno stupro si sia fuori in “solo” 3 anni. Lo sbilanciamento delle due condanne è effettivamente lampante, ma per un motivo diverso rispetto a quello indicato da Mouhib.
A poco serve riempire Sanremo di discorsi sul femminicidio e ripetere la parola come un mantra se poi per la giustizia un atto di resistenza a pubblico ufficiale, per quanto grave, corrisponde a uno stupro di gruppo. Qualcuno lo spieghi a quella studentessa americana.