Fabri Fibra è nato il 17 ottobre 1976, Eminem cinque anni prima
Uno nato in una cittadina del centro Italia, l’altro nel disastro post fordista. Eppure Fabri Fibra e Eminem condividono più del compleanno e della passione per il rap: il loro stile di scrittura, l’immaginario a cui attingono sono spesso in sintonia, così come il loro ruolo di pionieri.
Slim Shady è stato un pioniere per quanto riguarda la diffusione dell’hiphop fuori dalla black culture, Fibra invece è stato il primo a trasformare il rap italiano in un genere mainstream. Entrambi bullizzati a scuola, a lungo considerati “gli sfigati”, entrambi provenienti da un contesto diverso da quello degli altri rapper: Fabrizio da una realtà piccolo borghese di provincia invece che “dalla strada” delle grandi città, Marshall figlio di junkies bianchi, di fatto senza una famiglia e senza neanche una street family.
Del primo disco Eminem vende una manciata di copie, pare direttamente per la strada, e Turbe Giovanili non va tanto meglio. A ventotto e trent’anni firmano con una major, Interscope e Universal, pubblicando rispettivamente The Slim Shady EP e Tradimento. Fa dunque il suo ingresso nelle scene il geniale personaggio di Slim Shady, ma anche Fabri aveva costruito l’alter ego Mr Simpatia per il suo secondo disco.
E in effetti Fibra potrebbe aver preso ispirazione dal suo collega americano (e non solo per l’idea dell’alter ego), dato che quando esce Mister Simpatia sono già stati pubblicati altri due album di Eminem, The Marshall Mathers LP e The Eminem Show. Tra l’altro l’autunno del 2004 è stato particolarmente prezioso, visto che esattamente un mese e mezzo dopo Mister Simpatia esce Encore.
Comunque, tornando alle influenze di Mathers su Tarducci, oltre a una certa assonanza nella scrittura, soprattutto nei primi lavori di FF, è soprattutto l’immaginario a unire i due: toni cupi, immagini macabre e scene da film thriller sono stilemi condivisi da entrambi. E poi i problemi in famiglia, il senso di alienazione, la battaglia con i propri demoni. Più di recente, la tenerezza, come in “Temporary” e “Stavo Pensando a Te”.
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E poi sono in pochi a divertirsi quanto questi due a prendersi gioco dell’industria musicale, a lanciare provocazioni senza timore di fare nomi. L’aspetto più bello, comunque, per chi li ha seguiti dall’inizio, è che le loro sono storie a lieto fine. Marshall ha fatto pace con il rapporto turbolento con la figlia Hailie e si prepara a diventare nonno, Fabrizio sembra aver risolto la maggior parte delle sue turbe giovanili -anche perché a 48 anni al massimo gli sono venute quelle senili.
Auguri a entrambi, festeggiate lontano dai riflettori come siete soliti fare e, se vi va, fate un regalo anche ai vostri fan che aspettano sempre nuova musica.