La battaglia legale da 300 milioni fra l’imprenditore e talent manager Scooter Braun e l’artista musicale più apprezzata d’America, Taylor Swift, è diventata un documentario tv.
Due episodi, prodotti e trasmetti da Discovery Plus, per ripercorrere la battaglia sui diritti degli album realizzati dalla cantante statunitense e acquisiti - insieme all'etichetta discografica Big Machine Records - dall’imprenditore Scooter Braun.
Una battaglia iniziata nel 2019 a suon di avvocati, processi e prese di posizioni forte da parte dal fandom della Swift e terminata l’anno successivo quando la cantante ha deciso di reincidere gli album comprati da Braun con la sua nuova casa discografica. Così nascono gli album “Taylor’s version” e una battaglia, anche mediatica, che ha diviso il mondo della musica.
Prima di entrare nel vivo del caso, nella prima puntata viene ripercorso il “fenomeno Taylor”: i primi passi da cantante fino al grande salto: da idolo musicale adolescenziale a icona di stile, seguita e apprezzata in tutte le fasce d’età e amata in tutto il globo.
Una fanbase solida che non l’abbandona mai, tanto da essere considerata influente, anche in alcune scelte pubbliche, ma allo stesso tempo anche fortemente condizionabile dalle prese di posizione della loro eroina(quando nel 2020 espresse il suo sostegno a Joe Biden i sondaggi registrarano un aumento di preferenze da parte del pubblico per il candidato democratico) , tanto da avere anche un ruolo centrale nel caso legale.
All’inizio del processo contro il suo ex manager la Swift lanciò un messaggio su Tumbrl: “fate sapere a Scott Borchetta e Scooter Braun come la pensate”. La cantante da alcuni fu criticata per aver dato “in pasto” ai social l’imprenditore.
Dall’altro canto la Swift ha sempre portato avanti, negli anni, importanti battaglie sociali e di diritti: in primis i diritti delle donne, il diritto all’indipendenza ed emancipazione. “Ho fatto le canzoni, le ho create, le ho scritte, le ho cantate, mi merito di possederle'”: questa è stata la battaglia della cantante, condivisibile e segno di una volontà di emancipazione e voglia di farsi rispettare in qualità di artista.
Taylor anche qui ha rappresentato un simbolo: di quelle giovani ragazze artiste americane vittime del sistema e del pressing commerciale, in balia delle decisioni del proprio manager e non libere di poter scegliere per le proprie canzoni e per i testi scritti da loro stesse, con impegno e sacrificio.
Quando Taylor firmò infatti il contatto discografico aveva appena 15 anni: una giovane adolescente, come lo erano state, anni prima Britney Spears, Christina Aguilera e tante altre ragazze diventate icone pop nel giro di pochi mesi.
Il successo di Taylor è duraturo e lo dimostrano i numeri da capogiro: la cantante ha vinto anche questa battaglia e continua la sua ascesa a livello globale grazie anche ai numeri da record che sta registrando nel suo “The Eras Tour”, in giro per gli stadi di tutto il mondo.