Svogliatezza, indifferenza, superficialità: questi gli attributi spesso correlati all’immagine del giovane medio, un giovane non più in grado di coltivare i propri interessi, neppure quello per la musica che, tuttavia, è da considerarsi lo specchio della società. Probabilmente è per questo che il cantautorato odierno viene aspramente criticato, perché “vuoto”, privo di un vero significato. Ma è veramente così?
“Forse per andare avanti non devi ascoltarti, come fanno gli altri? Li vedo così convinti e senza dubbi”.
Così recita il celebre cantante Marracash nella sua canzone Dubbi. Tra i suoi versi possiamo leggere il senso di inadeguatezza che accomuna la maggior parte dei ragazzi, la paura del futuro, il paragone costante con chi ci sta intorno, i dubbi. I giovani di oggi vivono in una società difficile, che li costringe al confronto con modelli spesso irraggiungibili: è l’era dei social, l’utopia di questa generazione. Dunque, il dubbio e l’incertezza restano in classifica tra i temi più trattati nel nostro cantautorato ma sul podio troviamo senza dubbio l’amore.
“E allora baciami, baciami piano piano, su questo treno che parte, che va lontano e se il tuo cuore costa come Milano ne prendo un minuto e il resto vediamo”.
Tra i versi del cantante Fulminacci si racconta di un amore leggero, giovane e spensierato attraverso un linguaggio diretto, profondo, mai superficiale, peculiarità della nostra generazione. La musica, oggi, continua ad essere il mezzo di comunicazione preferito dei giovani, un mezzo efficace e diretto per criticare il mondo e imparare a conviverci.
Spesso le realtà raccontate sono crudeli e disarmanti ma questo non le rende diseducative, al contrario le veste di verità e oggettività. Se è vero che la musica rispecchia le generazioni allora quella attuale non ha nulla da invidiare alle precedenti: i giovani continuano a maturare una sensibilità profonda nei confronti del cantautorato che semplicemente ha modificato il suo linguaggio nel tempo.