Quando si parla di cantautorato il confronto con il passato è inevitabile, c'è chi afferma che la musica vera sia morta, e chi invece si schiera dalla parte dei giovani e di chi ancora prova a lasciare un segno con le parole e le note.
Ha senso mettere a confronto la musica?
La musica italiana ha una lunga tradizione di cantautori che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica. Da icone come Luigi Tenco, Lucio Battisti, Fabrizio De André e Mia Martini a talenti più recenti come Tiziano Ferro, Laura Pausini, Eros Ramazzotti ed Elisa, il panorama musicale italiano ha visto il passaggio di testimone tra generazioni di cantautori.
I cantautori italiani del passato hanno scritto canzoni che sono diventate vere e proprie pietre miliari della musica italiana. Le loro parole hanno affrontato temi sociali, politici e amorosi, toccando le corde dell'anima del pubblico. Le canzoni di Luigi Tenco, ad esempio, hanno affrontato temi come l'amore non corrisposto e le difficoltà della vita, mentre Lucio Battisti ha combinato melodie orecchiabili con testi profondi e complessi.
Negli ultimi anni, nuovi cantautori italiani hanno preso il palcoscenico e hanno portato la loro fresca prospettiva musicale. Artisti come Cesare Cremonini, Jovanotti, Ligabue ed Emma Marrone hanno portato un nuovo suono e nuove tematiche nelle canzoni italiane. I loro testi spesso affrontano temi di amore, speranza, cambiamento e identità personale, riflettendo le sfide e le esperienze della generazione odierna.
Ma mentre i cantautori italiani del passato avevano spesso uno stile più intimo e riflessivo, i cantautori italiani di oggi sono influenzati da una varietà di generi musicali e abbracciano un approccio più eclettico alla scrittura delle canzoni. Ciò si riflette nella diversità di stili musicali che possiamo trovare nella scena musicale italiana contemporanea, che spazia dal pop al rock, dal rap alla musica indie.
Nonostante le differenze di stile e contenuto, sia i cantautori italiani del passato che quelli di oggi hanno contribuito in modo significativo alla ricchezza dalla diversità della musica italiana. Hanno dato voce alle emozioni e alle esperienze dell'epoca in cui vivono, creando un legame con il pubblico e lasciando un'impronta indelebile nella storia musicale del paese. In conclusione, il confronto tra cantautori italiani del passato e cantautori italiani di oggi è un viaggio attraverso la storia e l'evoluzione della musica italiana. Entrambe le generazioni hanno portato un contributo unico e prezioso alla cultura musicale del paese, dimostrando che la musica italiana è in costante mutamento e continua a ispirare e coinvolgere il pubblico di tutte le età.
Non è vero che "ai vostri tempi" era meglio!
La musica, proprio come ogni arte, non fa altro che cambiare, modificarsi, trasformarsi, rispecchiando la società che la crea e che soprattutto la ascolta. E per questo è naturale notare una certa distanza tra la musica che ascoltiamo noi ragazzi oggi e quella che alla nostra età amavano i nostri genitori. Ma siamo proprio sicuri che la differenza sia così tanta?
I cantautori sono i poeti di oggi e con le loro parole risvegliano qualcosa nel nostro profondo, di incredibilmente umano. Oggi come cinquant'anni fa. Potranno essere cambiati il linguaggio, parzialmente i temi e sicuramente la musica, ma c’è qualcosa che non potrà mai cambiare. Ed è la necessità di scrivere come fosse una questione di vita o di morte, il bisogno di buttare fuori i propri tormenti, vomitandoli su qualche nota, per non scoppiare. È questa urgenza a caratterizzare i cantautori. Oggi come cinquant’anni fa.
E se Gaber intonava “Destra Sinistra”, oggi a parlare di politica c’è Ghali, che recita: “Ma che politica è questa? Qual è la differenza tra sinistra e destra?”. E anche parlando di amore nulla è cambiato, se accanto ad un Gino Paoli che cantava “Quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti” troviamo Franco126 e Carl Brave: “E mano nella mano si incrocia la mia linea della vita con la tua”. E allora perché questi coraggiosi ragazzi che hanno deciso di aprire al mondo i propri cuori continuano a sentirsi criticati, disapprovati e talvolta umiliati? Probabilmente è solo una questione di diffidenza. Pensate all’avvento dei film: inizialmente quando non si conoscevano se ne parlava con un po’ di sospetto e ritenendoli una caricatura degli amati libri. Oggi il cinema è considerato la settima arte e geni come Kubrick o Fellini idolatrati. E stessa cosa è avvenuta con le email, prima fredde e veloci lettere, oggi poemi rispetto ai messaggi su Whatsapp.
Ogni cosa nuova prima di essere ammirata viene sempre biasimata. Quindi, cari giovani musicisti, non temete, è probabile che tra 50 anni verrete amaramente rimpianti.