Il trapper milanese coinvolge 30 ospiti del centro di recupero Kayros nel brano omonimo
Sacky annuncia “Kayros”, il nuovo singolo in uscita venerdì che vede la collaborazione di un artista collettivo d’eccezione, ovvero una trentina di ragazzi della comunità di recupero di Don Claudio Burgio. Per il rapper è un po’ come tornare alle origini, dal momento che a Kayros ha trascorso qualche anno da adolescente. Da lì sono passati anche Baby Gang, Simba La Rue e Minur.
L’approccio di Don Burgio è distante da quello della politica dominante basata sulla punizione dell’individuo: secondo lui infatti soluzioni come la detenzione dei ragazzini sono piuttosto causa di problemi futuri. “Per molti ragazzi il carcere minorile ha un effetto controproducente, perché non fa che amplificare le dinamiche di esibizione di forza e potere che già comandano al di fuori. Quindi se molti soccombono subito perché non hanno le risorse per «farsi rispettare», gli altri si affermano in maniera definitiva, ricevono dal carcere una sorta di legittimazione della loro immagine”.
Il motto di Kayros è “non esistono ragazzi cattivi”. Il gesto di Sacky sembra apporre un altro tassello e aggiungere “non siete soli”, il suo dare voce letteralmente alla comunità è dimostrare che insieme possono farcela, non sono destinati solo a discriminazione e sofferenza.
Ultimamente l’industria dello spettacolo, compresa quella musicale, si compiace di definirsi paladina dell’inclusione; eppure sembra che molto più del cambiamento di etnia del personaggio di una fiaba, siano iniziative come quella di Sacky a fare della vera inclusione.