La registrazione di un interrogatorio della polizia di LA al gangster è una nuova prova nel caso Tupac
È stata presentata come nuova prova nel processo per l’omicidio dell’icona del rap USA Tupac Shakur la registrazione di un interrogatorio dell’ex crip Keefe D risalente al 2008: nell’audio di due ore e mezza Keefe D, all’anagrafe Duane Davis, si vanta con la polizia di Los Angeles che Diddy gli avesse proposto niente meno che 1 milione di dollari in cambio della testa di Shakur. Un’offerta “che non puoi rifiutare”, eppure pare che quei soldi alla fine non siano mai entrati nelle tasche di Davis.
La registrazione audio, ora un elemento chiave nel processo per omicidio, è emersa mentre i pubblici ministeri di Las Vegas stavano presentando il loro caso contro Davis, il quale sostiene di aver agito da “supervisore” nella sparatoria che nel ’96 aveva portato alla morte di Tupac, insistendo sul fatto che Diddy ne fosse il mandante. Pare che quest’ultimo avesse intenzione di eliminare la concorrenza sia sul piano delle gang che su quello dell’industria discografica, facendo fuori in un colpo solo Tupac e Suge Knight.
I due infatti erano insieme a bordo della BMW Serie 7 che la sera del 7 settembre 1996 fu attraversata da dodici colpi di pistola, dei quali quattro furono fatali per la leggenda del rap. Poco meno di trent’anni più tardi, Davis viene arrestato con l’accusa di omicidio; dallo scorso 29 settembre infatti è stato considerato ufficialmente attore fisico del gesto, ma anche ideatore del massacro. Si riteneva infatti che l’omicidio fosse una vendetta per una rissa tra Tupac e il nipote di Davis che, nel contesto altamente infiammabile della guerra tra East e West Coast, avrebbe acceso la scintilla.
Davis non ha mai negato di trovarsi nella Cadillac da cui partirono i colpi e in altre occasioni aveva già nominato Diddy come mandante dell’omicidio. Diddy, dal canto suo, ha costantemente negato qualsiasi coinvolgimento nella sparatoria di Tupac, sebbene non fosse ancora uscita la registrazione; è importante sottolineare però che le affermazioni contenute nell’audio sono ancora da verificare.
A trent’anni di distanza non sono ancora chiare le dinamiche di quella sera, ma grazie a questa e ad altre prove simili la verità potrebbe finalmente venire alla luce.
Diddy aveva appena rifiutato l’invito ai Grammys 2024 a causa di quattro diverse accuse di molestie sessuali, nonostante il suo ultimo album avesse ricevuto una nomination a vent’anni dal successo di “Shake Ya Tailfeather”.