Scontri e repressione a Torino: gli artisti si oppongono alla chiusura degli spazi autonomi e alla limitazione della libertà di espressione…
Il recente episodio di guerriglia urbana avvenuto il mese scorso (5 marzo) a Torino ha visto la partecipazione di oltre mille attivisti da diverse parti d’Italia e dall’estero. La manifestazione, inizialmente prevista come un raduno di protesta contro il 41 bis e le galere, ha portato a scontri con le forze dell’ordine, causando diversi danni materiali e feriti sia tra i manifestanti che tra gli agenti di polizia. La situazione è stata giudicata grave dal Ministro Guido Crosetto, che ha chiesto la linea del massima rigore da parte del governo. La manifestazione è stata organizzata in solidarietà con Alfredo Cospito, l’anarchico recentemente condannato al regime 41 bis.
Dopo l’incidente, la Questura e la Procura di Torino hanno continuato ad attaccare gli spazi autogestiti della città, incluso il centro sociale Askatasuna, chiuso per presunte violazioni amministrative. La comunità musicale torinese ha espresso preoccupazione per le azioni repressive contro questi spazi, che rappresentano una minaccia per chi gestisce l’ordine pubblico e il disciplinamento. Molti artisti, tra cui Mauràs, sono stati diffidati e denunciati dalla questura di Torino. La loro iniziativa di Sabato 15 ottobre 2022, in risposta all’EUROVISION che in quei giorni si svolgeva a Torino, è stata bollata dalla questura come un ‘’iniziativa’’ che ”richiamerebbe una grande quantità di pubblico’’ e dunque ha diffidato tutti gli artisti dal parteciparci. ”Siamo stati diffidati, poi denunciati…e poi lasciati soli da tutti, si sono attaccati al fatto che non erano a norma le strutture ma perchè prendersela con gli artisti? è ”bullismo questurino’’ ci racconta Mauràs. Dopo la diffida i ragazzi dell’Askatasuna hanno allora fatto suonare dal balcone della palazzina di corso regina ridimensionando di molto le idee iniziali.
Secondo Mauràs, però, le autorità hanno cercato di spaventare gli artisti vicini al movimento No Tav, anche quando la causa non era assolutamente legata al movimento. Il suo racconto è condensato in una canzone, “MVA“, pubblicata di recente. Mauràs sostiene che le autorità hanno usato la mancanza di “scontrini e licenze” come giustificazione per attaccare gli spazi autonomi, che hanno svolto un ruolo importante nella storia culturale di Torino, offrendo opportunità di crescita e di espressione alla scena musicale cittadina e attirando giovani legati all’attivismo e non.
La comunità musicale torinese ha infatti espresso parecchia preoccupazione per la ”deriva conservatrice” che stanno prendendo le istituzioni. In una lettera aperta (firmata tra gli altri dagli Eugenio in Via Di Gioia, i Subsonica e Willie Peyote) gli artisti chiedono al Sindaco e alla Giunta comunale di non cedere alla tentazione di allinearsi alla direzione generale di marcia verso rigidità neo-conservatrici. La situazione continua ad essere tesa soprattutto tra forze dell’ordine e centri sociali. Ma ora c’è un elemento in più nell’equazione: gli artisti torinesi si stanno schierando…