Articolo di Davide Buda
10.04.2020
Bentornati alla nostra rubrica sui consigli della settimana.
Questa settimana in un clima “disteso”, quasi piatto, le pubblicazioni non sono state molte e soltanto qualche album è riuscito ad attirare la mia attenzione.
Quando ho iniziato a scrivere questo articolo non pensavo che ci fosse una specie di fil ruge o concept che collegasse i 3 progetti, ma ad articolo concluso, ho capito che il bello di questi dischi è che, in una maniera o nell’altra, hanno uno scopo: cambiare lo stato attuale delle cose.
Dave – Lil Prince
Caro Dave,noi non ci conosciamo, non ho mai ascoltato nulla di tuo e ho ascoltato il tuo album solo perchè avevo intenzione di lanciarti un mega dissing per due motivi:
- Da fan del Piccolo Principe vedere la tua copertina mi ha fatto storcere il naso;
- Mi sei comparso tra gli sponsorizzati di IG mentre guardavo video sulle lontre del bioparco di Roma.
Nonostante “le cattive intenzioni e la maleducazione” durante l’ascolto del progetto mi sono completamente ricreduto. La copertina, una stilizzazione della celeberrima copertina di Antoine De Saint Exupéry, non è una deformazione superba della suddetta ma ne è un’ode tanto semplice quanto complessa. Questo per via del fatto che il progetto è, nel suo complesso, una celebrazione sincera, pura e viscerale di un sogno: essere se stessi e seguire il proprio cuore.
Il desiderio del Piccolo Principe è raggiungere la sua rosa, nel suo piccolo asteroide con i vulcani e i malvagi baobab che mettono a rischio il pianeta. Ecco ora prendete Dave, un ragazzo come tanti altri, con una passione estrema per la musica. Le mille attenzioni che per farla è necessario dedicarle: andare in studio, seguire i trends, scoprire cosa ti rende originale e, da buon scrittore, capire se stesso. Come se non bastasse c’è anche chi non crede in essa, chi è pronto a rovinare tutto con le sue brutte idee e i cattivi pensieri proprio come i baobab del piccolo principe, che con le loro bad vibes, voglio distruggere i sogni per il solo gusto di farlo.
Dave, d’altra parte, porta certezze in musica affermando: “A questi che pensano sia tutta una cazzata/ sappi ci vuole coraggio anche solo per pensarlo”.
Voto: 6,5
Vacca – Bad Reputation
A proposito di cattive intenzioni e maleducazione…dopo polemiche, dissing ed aver distorto il proprio immaginario,Vacca, torna carico con un solo scopo: prendersi il suo spazio nella scena.
Seguo Vacca da un sacco di tempo ma ”Bad Reputation” è sicuramente il disco che mi è piaciuto di più. Fila perfettamente in cuffia senza stonare e senza mai annoiare. Le rime sono assolutamente perfette e ben strutturate con uno stile unico in grado di accontentare sia gli amanti della trap sia gli Hiphopper.
Il suo rap è un rap fatto come si deve, che mi ha ricordato il Vacca degli anni d’oro (per intenderci quello degli anni 2010-2012), i dissing velati – e non…si veda l’attacco a Boro Boro – e al contempo una fotta che non può non invadere l’ascoltatore.
All’interno del progetto si susseguono diversi artisti più o meno noti, tra i tanti che si presentano al mic troviamo En?gma, conterraneo dei Vacca, con un brano tanto polemico quanto pesante dal titolo ”Religione”, un brano che vale il progetto.
Vagonate di flow e skills che si possono riassumere in: la scena non è ancora pronta per Vacca. Si perchè posso affermare serenamente che il futuro è molto prospero per i due artisti e siate pur certi che “il tempo mi darà ragione”!
Voto: 7
Brutal Philosophy – Monster Track
Non ascoltavo rap hardcore dai tempi di The Island di Salmo. Quando ho visto il progetto di Greve e Croma sono rimasto incuriosito dal titolo e dall’immaginario che risvegliava la copertina.
Ho messo play… e nel mio organismo si sono manifestate sensazioni divergenti. Non mi aspettavo nulla di simile. Pensavo a qualcosa più easy, meno crossover per intenderci, invece mi trovo nelle orecchie due artisti che ignorano bellamente il sound ”contemporaneo” dettato dal panorama mainstream e fanno tutto l’opposto. Brutal Philosophy è ciò che serve a chi, come me, è in astinenza da live.
A chi manca stare sotto al palco dall’apertura, per poi fare il post live nel parchetto con gli artisti per sentirli fare freestyle coperti dalla notte e avvolti dalle nuvole di fumo di sigaretta (più spesso altro)…
Il progetto è davvero apprezzabile, tanto musicalmente quanto concettualmente. E’ rozzo e duro, è vero, ma onestamente merita il vostro ascolto e se, dopo averlo ascoltato, continuate a pensare di no…sappiate che “di quel che pensate non me ne frega affatto” (per citare i due rapperz in questione) perché Brutal Philosophy sta mettendo delle ottime basi per cambiare le regole del gioco.
Voto: 6,5