Articolo di Davide Buda
18.05.2020
Francesco Kento ci presenta il suo nuovo libro, ”Te lo dico in Rap” pubblicato per la casa editrice IL Castoro. Un libro piacevole che cerca di coinvolgere il pubblico giovane in quelle complesse strutture che vivono all’interno dell’Hip-Hop come il Breaking o il Writing oltre che al rap. Ci ha parlato di questo interessantissimo progetto nell’intervista che segue ma prima di lasciarvi a questa vi ricordiamo di seguire i suoi social per star sempre aggiornati sulle news e sul tour di presentazione che lo vedrà a breve su tutte le città italiane.
Dalle prime pagine del libro si evince il valore pedagogico del testo, ennesima tua dimostrazione di come sia possibile fare cultura col rap aldilà delle rime. Infatti, come già in passato, hai deciso di far passare un messaggio attraverso le pagine di un libro; hai deciso di rivolgerti ad un pubblico giovanissimo per spiegare loro cosa sia la cultura HipHop. Quello che vorrei sapere è: quale è stato il casus belli che ti ha fatto dire “faccio un libro sul rap per i ragazzi”.
Sicuramente è presente la voglia di far vedere ai ragazzi non solo come si fa il rap ma anche perché si fa il rap. Ciò che poi ha scatenato la voglia di portare avanti il progetto e ha dato vita a Te lo dico in Rap è stato principalmente il fatto che in Italia un libro del genere non c’era. In America ci sono libri di questo taglio sviluppati da nomi di spicco del rap mondiale come i Run Dmc o i The Sugarhill Gang mentre in Italia ci sono un sacco di libri che parlano di HIp-Hop ma nessuno di questi è dedicato ai più giovani. Il risultato del libro è merito anche della casa editrice, Il Castoro, che si occupa solamente di letteratura per l’infanzia, che mi ha accompagnato nel percorso.
Hai trovato più semplice la stesura di questo testo rispetto ai precedenti?
Per certi versi è stato molto più semplice, i ragazzi sono cresciuti in questa dimensione Hip-Hop, così che certe cose che ai più grandi dovresti spiegare per loro sono naturali. Loro le sanno istintivamente le cose ed io devo spiegare le ragioni interne di quelle dinamiche.
Per l’analisi del libro vorrei partire da una tua affermazione: “Questo è un libro particolare: oltre a essere letto e osservato, può anche essere ascoltato e cantato, anzi rappato”. Partiamo dall’osservato. La grafica di questo lavoro è stata affidata a Albhey Longo un ottimo grafico, giovane, che ha all’attivo due opere: la quarta variazione e Sfera. Come è nato questo feat?
Io non conoscevo Albhey, mi è stato presentato dall’editore e da subito sono rimasto stupito per via della freschezza del suo tratto e per la capacità di comprendere a fondo ciò che ci dicevamo e ciò che era nelle mie corde. MI ha conquistato un sacco il suo entusiasmo nel progetto che lo ha portato a creare delle illustrazioni che probabilmente diventeranno anche dei poster perchè sono davvero molto belle.
Arriviamo all’ascolto. Da artista capace quale tu sei la dimensione uditiva del libro la più complessa del testo, poiché aldilà della sezione nozionistica c’è una forte attenzione all’atmosfera sonora. Infatti ogni capitolo è anticipato da un tuo brano inedito(fatta eccezione per il brano MIA) a cui è accostata la strumentale per fare pratica col rap. Perché questa idea?
Tutti i brani sono stati creati per essere inseriti nel libro e al contempo rappresentano un percorso crescente per chi legge, partendo dal più semplice per arrivare a ciò che è più complesso. A questo c’è da aggiungere che essendo oggi tutti i ragazzi di stampo digitale, anziché inserire il cd abbiamo inserito il link e il QR-code (cosa che ci ha permesso anche di mettere i contenuti audio, ossia brani e strumentali, ad uso gratuito).
Una parte che ho trovato molto interessante è quella in cui sono presenti domande degli adulti e le risposte da dare. Una domanda per cui avresti voluto ricevere risposta? cosa che magari avrebbe cambiato la tua visione del mondo Hip-Hop?
Sai le domande sono tante e quella parte è stata scritta pensando non solo ai ragazzi ma anche a tutte le figure educative attorno ai ragazzi. Ho cercato di affrontare più temi possibili: la presenza del sessismo nell’Hip-Hop, le droghe e la necessità di un ascolto meno superficiale dei brani. Non c’è una risposta che mi avrebbe cambiato visione delle cose, ma sicuramente mi avrebbe fatto piacere trovare un libro come questo; sarebbe stato uno scalino in più per la mia crescita.
Il libro è appena uscito, però vorrei sapere se è presto per pensare ad un sequel?
Abbiamo già pensato a questo, ci sono tante cose da raccontare e ne stiamo già parlando con l’editore. Per ora concentriamoci su questo che è giusto dargli il giusto spazio.