Articolo di Andrea Del Curatolo, 18 anni I.T.T Cristoforo Colombo di Roma in collaborazione con Zai.Net
16.04.2020
Il dissing, nella forma che noi conosciamo, consiste in un brano che ha l’obiettivo di prendere in giro, criticare o addirittura insultare una o più persone, di solito appartenenti all’ambiente stesso della musica rap. Di brani che rimarcano questa definizione ne troviamo moltissimi e molti di questi hanno dato vita a diss entrati di diritto nella storia del rap. Esempio celeberrimo è la faida tra Notorius B.I.G e Tupac Shakur, culminata con l’omicidio di entrambi i cantanti oppure, in tempi più recenti, Drake e Pusha T sono stati protagonisti di un dissing senza esclusione di colpi, che ha avuto il suo apice nel 2018 con l’attacco di Pusha a 40, produttore storico di Drake, che soffre di sclerosi multipla (ma anche lo spoiler di Adonis, il figlio di Drake).
In ambito nostrano, il dissing più famoso è quello tra Fabri Fibra e Vacca, cominciato con la traccia ‘’Niente di Personale’’, prodotta da Shablo. Proprio di dissing si parla molto in questi giorni, con l’uscita di Fastlife 4, il quarto capitolo della celeberrima saga di mixtape inziata nel 2006 da Gue Pequeno e Dj Harsh. A parte il presunto dissing di Luchè a Capo Plaza (dove il rapper ex Co’Sang fa notare come il massimo del successo di Capo Plaza sia arrivato a vent’anni con il suo album di debutto 20 che fece triplo disco di platino e che tale successo non sia stato replicato con Plaza, l’ultimo lavoro del rapper salernitano) nella traccia “Denim Giappo”, ne troviamo un altro anche nella traccia “Wagyu” – co-prodotta da Night Skinny – dove alcune barre sembrano essere dirette a Rondodasosa: “non sei un blood né un crip puoi solo fare un balletto da r*******”.
La barra è un chiaro riferimento a Face to Face, uno dei brani di maggior successo di Rondo, che ha risposto al possibile diss con una Instagram Stories dove ascolta proprio la barra incriminata (ndr, la stories è stata poi cancellata dallo stesso rondo).
Se il dissing si rivelasse reale si potrebbero aprire diverse strade a riguardo. Certamente, Rondo non si è sentito a posto con la coscienza e ci ha quasi riso su, pubblicando su instagram una storia dove lui stesso reagisce alle barre inciminate (storia poi rimossa). Lo stile ostentato nei suoi video, dove lo si vede tenere spesso in mano armi da soft-air e nella sua musica, ricca di riferimenti alle armi e a uno stile di vita esagerato, l’ha reso un bersaglio facilmente criticabile dall’intera scena.
Rondo ha sempre risposto sul campo ribadendo le sue origini, la sua infanzia difficile e il legame eterno con la strada: “Sto con i miei slime, mangiamo ancora dallo stesso piatto, legato alla strada anche se in tasca ho un contratto” come dice – per esempio – in Loubotin.
D’altro canto, Gué parte da una situazione di vantaggio: una carriera ultraventennale, un elevatissimo bagaglio tecnico, una credibilità mai messa in dubbio e un posto d’onore nella Hall of Fame del rap italiano. In una parola: Storia.
E’ vero entrambi gli artisti non sembrano al momento intenzionati ad intraprendere la via del dissing aperto.
Secondo la mia analisi, però, un ruolo importante lo giocherebbero anche le etichette a cui appartengono i due artisti. Gué si trova nel roster di BHMG, etichetta fondata da Sfera Ebbasta e Charlie Charles, etichetta di cui fa parte dal 2018 e che vede nel suo roster – a parte Gué – gli stessi Sfera e Charlie, Drefgold e il suo produttore Daves the Kid, Shablo (storico produttore di numerosi rapper italiani), i produttori Drllionaire e Junior K e la cantante Elettra Lamborghini. La stessa etichetta poi, collabora con Universal Music Italia, una delle major più attive negli ultimi anni in ambito ‘’urban’’.
Rondo, viceversa, si trova vincolato alla Warner Music, etichetta che lo ha scoperto e con la quale ha pubblicato Giovane Rondo, il suo Ep d’esordio. La Warner Music, a differenza dell’Universal, vede nel suo roster artisti decisamente più ‘’pop’’ (Achille Lauro, Annalisa, Irama, Fred de Palma) che ‘’street’’. Rondo è, di fatto, una giovane promessa che rischia di accentrare e colpire anche il mercato più ‘’street’’ e, di conseguenza, di far rientrare la Warner a gamba tesa in un mondo discografico che sembrava essere monopolizzato solo da Universal.
Inevitabilmente ci poniamo la domanda: il dissing potrebbe rappresentare – oltre alla facile interpretazione, ma anche un po’ retorica dello scontro generazionale – uno scontro di mercato tra major?
In questi giorni, il dissing è stato al centro delle notizie delle principali testate dedicate al rap. Eppure, proprio lo stesso Gué, ha smentito ogni possibile dissing: “i beef piacciono ai pettegoli di Instagram. Con la mia attitude, è normale che io esponga il mio punto di vista. Poi, parliamo di rap game: è normale che io faccio punchline”.
Tutto sembra sopito quindi….ma il mercato non dorme mai e chissà quale altra stoccata hanno in serbo le due Big, per rubarsi il mercato a vicenda.