Che Eminem potesse essere un pesce fuor d’acqua come invitato al Festival di Sanremo era davvero scontato. Tuttavia, in quel febbraio del 2001, il paternalismo della RAI e una società ancora abituata alle canzonette d’amore dell’Ariston hanno davvero fatto di tutto per rendere l’ospitata del rapper di Detroit una dei più grandi esempi del perbenismo italiano. L’organizzazione chiese ad Eminem di rivedere alcune parti dei suoi testi, quelle considerate offensive, sebbene fosse abbastanza evidente a tutti che quasi nessuno in platea (o a casa) avrebbe compreso di cosa il rapper stesse cantando. I brani approvati furono I’m Back, Purple Hills e The Real Slim Shady. Il problema stava principalmente nel secondo, che era un inedito ancora work in progress nei giorni del Festival: la RAI temeva che il rapper avrebbe aggiunto dei versi non approvati, magari con contenuti “scandalosi”, come suo solito. Tra le altre proteste, sempre per il contenuto dei testi e lo stile “poco convenzionale” di Eminem, vi furono quelle dell’Arcigay – che lo accusava di omofobia – e di varie associazioni di genitori per la protezione dei figli.
Ma tra i conduttori del Festival c’era una donna che per tutta la vita aveva lottato contro il bigottismo, mostrando il proprio corpo e cantando di sesso: Raffaella Carrà. Sebbene sembri che Mike Bongiorno le avesse consigliato di “strappare il microfono” al rapper alla prima parola fuori posto, la regina della televisione si mostrò decisamente più aperta e meno censoria. Nella mattinata delle prove generali lei era in platea ad ascoltarlo. Una volta terminato, la Carrà si avvicinò e gli disse “Sono una tua fan, sono contenta che tu sia qui: ti ho difeso fino alla fine“. Eminem rispose ridendo: “Grazie, non ti ucciderò”. In serata l’esibizione fu ricca di problemi tecnici che finirono per “soffocare” la voce del rapper, e c’è chi vocifera che si trattasse di manomissioni volontarie per non far trapelare i messaggi delle canzoni. La platea sanremese si mostrò divisa tra molti applausi e qualche fischio: molti sostengono che sia stato ciò a spingere Marshall Mathers a non esibirsi più in Italia fino al 2018. Ma mentre il rapper abbandonava il palco, la Carrà gli andò incontro tendendogli la mano: “Eminem! Great performance, veramente“. Il dio del rap fece per rispondere, ma il microfono era, guarda caso, spento. Due mondi diversi, ma Raffaella Carrà aveva capito l’imbarazzo di Eminem, perché quella società perbenista l’aveva affrontata anche lei.