Il Codacons ha ordinato il sequestro dei cinque milioni di euro raccolti da Fedez e da altri colleghi per aiutare i lavoratori del settore dello spettacolo colpiti dalle restrizioni dell’emergenza sanitaria. La campagna sarebbe stata bloccata poiché non trasparente sull’utilizzo dei fondi. Fedez ha risposto con la medesima accusa, citando delle donazioni fatte al Codacons durante il lockdown che sarebbero finite nelle tasche dell’agenzia. La stessa ha replicato con un comunicato: “L’atto presentato [che ordina il sequestro] è finalizzato proprio a tutelare le raccolte fondi come quella avviata da Fedez, e a garantire trasparenza e correttezza ai donatori circa la destinazione e l’utilizzo dei soldi raccolti”. I vertici del Codacons hanno poi dichiarato di essere intenzionati a querelare l’artista per diffamazione.
Sembrerebbe che a spingere l’agenzia che tutela i consumatori a bloccare la raccolta fondi di Fedez sia stata anche la recente vicenda dell’uso improprio del denaro raccolto da Malika. La ragazza cacciata di casa perché omosessuale ha racimolato diverse decine di migliaia di euro per “ricominciare una vita”, poi utilizzando parte di esse per scopi futili come un’auto molto costosa e un bulldog di razza da duemila euro. Non è la prima volta che vi sono screzi tra il Codacons e il cantante milanese; ultima vicenda risale a maggio, quando l’artista è stato multato per aver indossato un cappellino della Nike in diretta televisiva.