È passato più di un anno da quel tragico febbraio 2020, quando Pop Smoke è stato assassinato nella casa che aveva affittato a Beverly Hills, mentre era in piena ascesa. I riconoscimenti sono arrivati comunque da postumi: il primo album Shoot for the stars, aim for the moon è stato certificato con un doppio platino (due milioni di copie vendute), mentre il secondo – Faith – è partito subito dalla prima posizione vendite negli Stati Uniti, sulla via di bissare il successo. C’è ora chi sostiene che il rapper classe 1999 poteva salvarsi. A parlare è Wack 100, il manager di The Game: in un’intervista ha sostenuto di aver cercato di dissuadere Smoke dall’alloggiare in un Airbnb a Los Angeles, in quanto gli hotel sarebbero stati più sicuri.
Attualmente, il secondo disco postumo Faith sta macinando successi negli Stati Uniti e non solo. Non mancano però le critiche: i detrattori del progetto puntano infatti il dito contro i featuring contenuti. Secondo loro – e tra di essi c’è niente meno che il migliore amico del rapper scomparso – nessuno di questi artisti avrebbe mai duettato con Smoke se fosse stato vivo. Le accuse sarebbero quindi rivolte a personalità come Kanye West, Pusha T, 21 Savage, Lil Tjay, Chris Brown, b Lipa e Pharrell Williams.