Nel suo tanto discusso concerto a Olbia lo scorso weekend, Salmo aveva letto una pesante lettera di accuse contro lo Stato in cui ha messo in chiaro la disparità che vi è tra l’organizzazione degli eventi sportivi e di quelli musicali a causa delle restrizioni anti-Covid. Ieri, il Ministero della Cultura ha risposto con una nota, sebbene senza citare esplicitamente il rapper. “Le disposizioni di sicurezza attualmente in vigore in zona bianca prevedono posti a sedere preassegnati, obbligo di mascherina, distanziamento e green pass per tutti”, si legge nel comunicato.
Il Ministero chiarisce che, addirittura, gli eventi sportivi hanno maggiori restrizioni rispetto a quelli di spettacolo: “Per gli spettacoli al chiuso, fino a 2.500 spettatori, non c’è nessun limite di capienza dei locali mentre, oltre i 2.500 spettatori, vige il limite massimo del 35% di capienza, lo stesso limite che viene applicato invece agli eventi sportivi anche sotto la soglia di 2.500. Per gli spettacoli all’aperto, fino a 5.000 spettatori, nessun limite di capienza degli spazi, mentre oltre i 5.000 spettatori viene applicato il limite di capienza del 50%, lo stesso applicato agli eventi sportivi anche sotto la soglia dei 5.000“. Purtroppo, ciò rimane sulla carta e non si riscontra nel pratico: gli eventi con pubblico si svolgono spesso con un rispetto circostanziale delle regole, basti pensare alle partite dell’Europeo di calcio giocate davanti a un numero limitato di spettatori, ma seguite da mega bagni di folla per le vie cittadine. E anche la disparità c’è eccome: gli eventi sportivi si stanno tenendo – fortunatamente – a porte aperte, ma live e concerti continuano ad essere spesso rimandati.