Nel mezzo del processo che lo vede accusato di vari stupri, molestie sessuali e persino un aborto forzato, R. Kelly ha fatto capire di essere in bancarotta. Dipinto nuovamente come predatore sessuale, e con altri precedenti del genere, il rapper non può più certamente fare affidamento sulla sua carriera per trarre guadagno. Ciò è evidente dal tentativo – non andato a buon fine – di vendere il suo catalogo musicale personale, come riportato da Billboard. L’insieme dei R. Kelly continua a fargli guadagnare circa 1.7 milioni di dollari all’anno, tuttavia insufficienti per coprire le onerose spese legali. Inoltre, deve già a una delle sue vittime un totale di 4 milioni di dollari.
Uno dei potenziali acquirenti individuato dallo staff di R. Kelly – ovvero il fondatore di Hipgnosis Songs Fund – ha fatto sapere di aver rifiutato l’offerta per vari motivi: “Ci sono alcune canzoni fantastiche in questo catalogo, ma perché dovrei correre un rischio del genere?“. Un’altra persona contattata dall’entourage dell’artista, che preferisce rimanere anonima, ha rifiutato l’acquisto allo stesso modo: “Non mi avvicinerei a lui neanche con un bastone di tre metri“. I reati sessuali commessi tra il 1994 e il 2018 potrebbero costare a R. Kelly un totale di dieci anni di prigione, che potrebbero aumentare viste le accuse deposte in altri stati, Illinois e Minnesota.