Federica Lucente
29.08.2021
Cantami, o Diva, del turpe Salmo il desio funesto che infiniti addusse supplizi alle donne… Parliamo di Salmo e del suo bisogno di mostrare la propria virilità tossica? Madame, erano questi “tutti gli uomini” meritevoli d’amore di cui parlavi qualche tempo fa?
Cos’è successo: Salmo decide di inviare in direct ad alcune modelle foto del suo ”membro sardo”, senza -ovviamente- che queste abbiano espresso il loro consenso. Le donne in questione non ci stanno, e rilanciano, denunciando pubblicamente il rapper su IG.
Su IG, infatti, inizia a girare uno screenshoot di una storia pubblicata da Asia, modella e influencer, la quale condivide una foto di Salmo, foto che lo stesso rapper le avrebbe mandato inizialmente in DM:
Io non voglio vedere i vostri brutti piselli nel mio DM, non mi importa chi sei, non voglio vedere il tuo pisello. Mi fai schifo.
Successivamente, quando la notizia inizia a diventare virale, si fa avanti un’altra modella: Giorgia, la quale accusa a sua volta Salmo di averle mandato video e foto hard non richiesti, sempre nei DM di IG:
Oggi parliamo di una categoria di artisti che si diletta a mandare foto/video del suo pene come se non ci fosse un domani. E io che ero una sua fan… Salmo sei davvero triste.
Non sono mancati -ovviamente- commenti beceri e sessisti sulle due influencer da parte del ”pubblico” (il solito victim blaming all’italiana: “ma non sono donne queste“, “questa vedrà cazzi tutti i giorni“, “dice che non vuole vedere cazzi perché ne ha già presi troppi in passato” ecc.), incrementati dal fatto che Asia abbia un account di Onlyfans (e quindi? Essere una sex workers non legittima, né giustifica, le molestie), ma non solo. Asia e Giorgia sono state anche accusate di essere semplicemente alla ricerca di visibilità mediatica. Eppure, la foto censurata in questione, non lascia spazio ad equivoci.
La domanda che ci poniamo a questo punto è: perché? Perché un rapper dalla caratura di Salmo dovrebbe compiere un gesto simile? Qualcuno ha ipotizzato fosse una mossa di marketing, ma sinceramente come spiegazione regge poco. Così come regge poco giustificarla come una “goliardata”, una cosa da ridere. Non fa ridere. Quello che ha fatto Salmo rientra tra le molestie perseguibili per legge (e non sono io a dirlo, ma la Corte di Cassazione, sez. VI, sent n. 32404/2010), ed è un fenomeno di larga scala che colpisce molti maschietti in cerca di approvazione per la loro virilità e sopraffazione della donna.
Sarebbe interessante discuterne con qualche psicolog* per indagarne le motivazioni più inconsce (che rientrano, probabilmente, nell’alveo dell’esibizionismo. Avete presente i maniaci in impermeabile?) Con i social le dinamiche mutano, e non si ha più bisogno di girare fisicamente nudi per le strade della città alla ricerca di una vittima: basta un bagno, una fotocamera e una lista di contatti, al 99% femminili, e il gioco è fatto; ma il concetto alla base non cambia.
Di cosa stiamo parlando, allora? Parliamo di machismo performativo, di una cultura dello stupro sottesa e permeante nella nostra società, che pretende dal maschio performance costanti alla ricerca di approvazione sociale per la propria virilità tossica e che normalizza la sottomissione della donna. La rape culture si fonda sulla violenza, sulla sopraffazione, sul non-consenso, sull’affermazione del proprio potere; è prevaricazione, è celare la propria fragilità, la paura di essere rifiutato, nascondendosi dietro una dick-pic che, si sa, susciterà in chi la riceverà vergogna, fastidio, spavento, sottomissione. E questa consapevolezza, nell’uomo, crea eccitazione. E la donna, in tutto questo, che ruolo ha? Beh, la donna è solo mero contenitore: sessualizzata fin dalla pubertà, il suo compito è quello di accogliere il membro maschile, il suo corpo è asservito alla soddisfazione sessuale del maschio, completa sottomissione; per cui per quale motivo non dovrebbe apprezzare la foto di un’erezione a lei dedicata? E, nel caso non l’apprezzasse, “sti cazzi”: in ogni caso la sottometto al mio volere, ai miei appetiti, ai miei impulsi, al mio potere. Concetti come “rispetto” e “consenso” non passano neanche per l’anticamera del cervello di questi soggetti.
(Spoiler dell’autrice: foto così ci hanno rotto il ”dick”. E no, non ci piace riceverne.)
Salmo, dopo le polemiche ricevute post live ad Olbia, ha nuovamente toppato, e lo ha fatto dimostrandosi esattamente per quello che è: il prodotto di una società patriarcale nella quale l’educazione sessuale è mancata completamente; società patriarcale in cui l’uomo ritiene accettabile violare lo spazio personale di una donna.