Tornare al Primavera dopo i due anni di stop forzato per colpa del Covid e delle relative restrizioni è un vero e proprio colpo al cuore; se ci aggiungiamo che finalmente si sono potuti celebrare i vent’anni del festival musicale europeo più seguito al mondo e che la festa è durata non solo un fine settimana ma addirittura dodici giorni… il risultato è stato decisamente d’impatto.
Non solo il Parc del Fórum (la tradizionale location ormai da anni, come chi ci legge da diverso tempo ormai sa bene), ma anche il Poble Espanyol, la location delle primissime edizioni, in una sorta di ritorno alle radici per celebrare questo importante traguardo dei 20 anni che si festeggerà in giro per il mondo grazie alle edizioni previste non solo a Porto (come ormai da diversi anni), ma anche a Los Angeles, a Santiago De Chile, a Buenos Aires e a San Paolo. Il Primavera Sound diventa così ufficialmente “grande” e si afferma anche al di là del vecchio continente, confrontandosi sempre più da vicino con il Coachella.
Un’edizione lunghissima questa del ventennale che, dopo i due anni di stop del settore della musica dal vivo, ha voluto coinvolgere anche le sale da concerti della città di Barcellona nei concerti di una settimana di “Primavera a la Ciutat” (la rassegna di concerti cittadini che da qualche anno animava i giorni del festival anche nei quartieri Raval e Gotic, centralissimi) in giro per tutta l’area urbana, dalla Sala Apolo al Razzmatazz passando per la Sidecar e il Poble Espanyol.
Un brivido poter tornare a macinare chilometri e chilometri al lato del mare in quel del Parc del Fórum, mentre da un palco all’altro si rimbalzano canzoni di ogni genere e ritmo, provenienti da tutti i Paesi del mondo, come le persone arrivate per godersi lo spettacolo di un festival che va molto al di là dei nomi nel cartellone (che quest’anno, più che mai, sono stati un’infinità).
Non ci resta che augurarci altri vent’anni di Primavera Sound così, sperando che le voci di corridoio che vedono l’edizione del Primavera Sound che si terrà a Madrid l’anno prossimo come primo tentativo di “trasloco” da Barcellona a Madrid rimangano tali: se non è Barcellona, non è davvero Primavera Sound!