Com’è nata questa idea di suonare dei rifiuti? Come hai capito che saresti riuscito a dare una seconda vita agli oggetti?
Questo mio progetto parte da molto lontano, e mi ha permesso di cominciare a fare musica. Da piccolo ho cominciato a suonare in maniera molto giocosa con ciò che mi stava attorno, come barattoli di marmellata, matite e quant’altro. Durante gli anni ho sempre cercato di sfruttare la mia creatività per creare degli strumenti musicali con ciò che avevo intorno, anche rifiuti, questo intorno al 99 mi ha portato a formare “Capone&BungtBangt”, una scommessa vera e propria , che nel tempo ha dato i suoi frutti.
Quando hai deciso di cominciare questo percorso, ti saresti mai aspettato questo successo?
Ovviamente no, ho cercato in ogni modo di tirare fuori il meglio da questi progetti, andando in maniera molto determinata e soprattutto spinto dal desiderio di portare qualcosa di nuovo. I temi che tratto colpiscono me principalmente, non nego che mi ha reso molto felice ai tempi notare che anche molte altre persone avevano a cuore questa tematica e apprezzavano ciò che facevo.
Qual è nello specifico il messaggio che vuoi trasmettere con la tua musica?
Penso che la mia musica al suo interno abbia molto amore, quel tipo di amore universale, cercando di far passare un messaggio di pace e tranquillità. Questo amore cerco di farlo passare attraverso diversi temi, come quello dell’ambiente, inteso non solo come ambiente naturale, ma anche come ambiente umano.
Come pensi che la società odierna si occupi dell’ambiente?
Ultimamente, guardando i telegiornali, sono rimasto molto deluso da ciò che sta succedendo in Ucraina per mano della Russia, tutto questo ci sta facendo capire come per determinate persone ancora oggi non esista una coesione umana e una voglia di pace e uguaglianza . D’altra parte sono soddisfatto di vedere come molte persone portino avanti le loro idee e le loro iniziative “green” cercando di proteggere l’ambiente e tutto ciò che ci circonda.
Parlando della tua band “Capone&BungtBangt”, com’è nato questo progetto?
Nacque dall’idea di fare uno spettacolo utilizzando strumenti non convenzionali, come elementi di scarto. Facemmo questo spettacolo, e mi resi conto dell’enorme potenziale che aveva questo progetto, tanto che decisi di renderlo qualcosa di stabile e fisso nel tempo. Questo progetto ci ha dato modo attraverso la nostra musica di toccare con mano e di suonare in ambienti completamente diversi, dalle periferie più underground fino ad arrivare al palcoscenico del festival di Sanremo nel 2007.