Precisamente ventuno anni fa, con buona pace di chi vorrebbe dimenticarsi l’età, Elisa saliva sul palco dell’Ariston da semi-sconosciuta e trionfava con Luce, secondo alcuni una delle ultime canzoni davvero notevoli portate a Sanremo. Con alle spalle un solo disco (e che disco, Pipes and Flowers!) ma con del talento vero, coltivato oggi come allora con costanza e disciplina, Elisa non aveva soltanto conquistato il Festival ma aveva, che è molto più degno di nota, fatto luce sulle sue abilità, su ciò che di grandioso avrebbe creato nel corso della sua carriera. Nota per essere una perfezionista, nel cantare, nello scrivere e nel suonare, sicuramente non deluderà coi suoi mille volti musicali, le tante facce di un’artista ancora capace di sorprendere. Che prospettive hanno i suoi colleghi, gli altrettanto noti e quelli che, come lei anni fa, aspettano solo di farsi notare?
Non mancano certo le voci familiari, tra personaggi ripescati nei meandri della canzone italiana e veri e propri habitué della kermesse, come Lauro in gara per la terza volta in quattro anni, dopo aver partecipato all’edizione 2021 in qualità di ospite fisso. E, come di consueto da qualche anno a questa parte, anche stavolta si è levato il coro di altezzosi “Ma chi è?” rivolto ai meno famosi; però è innegabile che molti concorrenti siano alquanto lontani dall’essere “Big”, anche se da ascoltatori ci sentiamo molto più incuriositi da potenziali sorprese che dal ritorno di Ranieri, Morandi, Zanicchi. Uno dei meno noti è un cantautore, Giovanni Truppi, con non poca gavetta alle spalle e soprattutto con una scrittura incantevole, autoriale che, si sa, non sempre viene riconosciuta all’Ariston. Eppure, chiunque frequenti playlist quali Indie Italia et similia, probabilmente ha avuto modo di farsi catturare da Truppi e dai versi densissimi che, con maestria, articola.
Notiamo con piacere che, negli ultimi anni almeno, si tenti di svecchiare la proposta artistica, ben venga la risurrezione di Iva Zanicchi se al contempo possono calcare le scene pure artisti affermati ma non abbastanza famosi, come La Rappresentante di Lista che già nel corso dell’ultima edizione aveva conquistato tutti con Amare (il resto dell’album non è da meno!); o, addirittura, veri azzardi come Ditonellapiaga o Tananai. La prima non è da sola, ad accompagnarla sul palco ci sarà una veterana del calibro di Donatella Rettore, e le premesse per un singolo che almeno ci ridesti dalle probabili power ballads di Emma e Noemi. Il secondo è un giovane produttore che, classificatosi secondo a Sanremo giovani, ha ottenuto di gareggiare nella competizione musicale più seguita d’Italia: che tenga in serbo una hit, qualcosa di cui faticheremo a liberarci per qualche settimana?
Mahmood, d’altronde, aveva sconvolto positivamente il pubblico e negativamente qualche collega, al punto che Soldi fu un successo ben oltre le radio italiane. Quest’anno ritorna, e lo fa insieme ad un altro hitmaker, il giovanissimo Blanco (classe 2003, roba che metà dei concorrenti aveva già fatto Sanremo). Quanti i giovani di prospettiva e quante le prospettive già svuotate? Ce lo dirà quel palco che, amato e odiato, deriso ma mai disatteso, sembra sempre avere qualche imprevisto, qualche miccia inesplosa ansiosa di brillare per tre minuti o poco (o tanto?) più.