Da Palermo a Londra: a tu per tu con Davide Shorty
Storia di un talento musicale in viaggio
Cecilia Menetti, Martina Spangher e Rocco Sarno | 10 ottobre 2021

Davide Shorty è un cantautore, rapper e producer di Palermo che riesce a far combaciare la sua inconfondibile voce soul con sonorità inattese e melodie che si contaminano, tra jazz, rap e non solo. Nel 2010 si trasferisce a Londra e continua a fare musica sia da solo che con la sua band Retrospective For Love. Nel 2015 arriva terzo a X Factor e nel 2021 si aggiudica anche il secondo posto tra le nuove proposte di Sanremo Giovani grazie al brano “Regina”, per il quale riceve anche i premi Dalla, Jannacci e Lunezia. Italia, Regno Unito o qualsiasi altro punto del mondo, l’unica vera costante di Davide è il suo talento musicale e la sua voglia di comunicarlo.

 

Che percorso hai fatto per diventare un cantante?

Ho semplicemente sperimentato con le parole facendo rap: quando ero piccolo andavo in piazza e mi facevo scassare a colpi di rime da rapper più forti di me, poi piano piano sono migliorato. La prima volta che ho studiato in una scuola era a Palermo: ho studiato canto jazz e ho capito che quella era la cosa che volevo fare “da grande”. Sono andato a Londra a 20 anni e lì sono entrato in una sorta di conservatorio, dove ho studiato tecnica vocale, performance, armonia, teoria e music business.

 

Perché ti sei trasferito da Palermo a Londra?

Mi sono trasferito da Palermo a Londra perché nel momento storico in cui vivevo a Palermo la mia città mi offriva poche opportunità e soprattutto mi è capitato innumerevoli volte di dire che volevo fare il musicista e mi sentivo dire: "no ma dai.. davvero qual è il tuo lavoro? Perché si sa che così non si guadagna… ". Mi sono così reso conto che era un limite talmente radicato nella mentalità del luogo che ho sentito il bisogno di andarmene via: mi sentivo inadatto e abbastanza soffocato.

 

Come avviene il processo di scrittura delle tue canzoni?

Il processo di scrittura delle mie canzoni avviene sempre in modo diverso. Ci sono delle volte che parto da un giro di accordi, delle volte in cui parto da una melodia, delle volte invece parto da un’idea di un testo che ho già scritto da qualche parte, da una parola o da una lista di parole o da un argomento. Se è un argomento su cui mi posso documentare, faccio un lavoro di ricerca e poi comincio a scrivere, mentre delle volte sono solo flussi di coscienza... io mi lascio guidare molto dalle rime, parto da una frase e cerco di far rimare le parole all'interno di quella frase con quante più parole possibili nella frase successiva.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi piacerebbe fare un album in inglese, mi piacerebbe portare la musica in lingua italiana fuori dall'Italia e cercare di abbattere quella che è una barriera linguistica dando priorità al suono. Mi è capitato un paio di volte di suonare all'estero in italiano con la mia band e devo dire che ho riscontrato un entusiasmo che non mi aspettavo perché la musica è fatta di intenzione al di là di quello che può essere la lingua che uno usa per esprimersi.

 

Abbiamo intervistato Alessandro Ceccarelli di BPM Concerti, che è stato un auditore alle selezioni di X Factor e ci ha detto che come talent è utile per gli artisti per farsi scoprire: cosa ne pensi?

Per me è stata un'esperienza professionalmente positiva, quello che manca secondo me nei talent è una tutela psicologica dei concorrenti che dovrebbe essere fondamentale. Quando mi sono trovato in contesti competitivi (che possono essere il Festival di Sanremo o X Factor) la competizione è sempre stata solo con me stesso: cerco di superare quelli che sono i miei limiti, piuttosto che paragonarmi a chi fa una cosa totalmente differente dalla mia. Ognuno ha la propria identità e non è che uno è migliore di un altro: il mondo è pieno di persone che ci daranno addosso per qualsiasi cosa, cercheranno sempre di trovare un motivo per seminare odio o per creare attriti.

 

Quali consigli daresti a un giovane cantautore?

Preparati a soffrire: devi studiare tantissimo, non paragonarti con nessuno ma fatti ispirare da tutti, dalle persone con più esperienza e da quelle con meno esperienza, perché hanno qualcosa che noi non abbiamo. Evitare di giudicare, restare sempre in ascolto, circondarsi di belle persone, di persone che hanno qualcosa da dire e, soprattutto, essere sempre curiosi.