Musica e didattica: a tu per tu con Lorenzo Baglioni
Grammatica, geografia astronomica, matematica, educazione ambientale: per il cantautore (ex professore) non c’è materia da studiare che non si possa coniugare con la trap, con il pop o con il reggaeton…
Francesco Zigo | 28 settembre 2021

Ormai sono passati un po’ di anni da quando è uscita la canzone Il congiuntivo (feat. Studenti Per Caso). Hai notato miglioramenti nell’uso del congiuntivo da parte delle persone? 

Ovviamente non ho la capacità di sapere se le persone, statisticamente, lo usano meglio o peggio. Quello che posso dire è che essendo anche io uno di quelli che, un po’ come tutti, trasversalmente, aveva delle difficoltà a usare il congiuntivo, aver cantato questa canzone tante volte mi ha messo nella condizione di doverlo imparare un po’ meglio, però ammetto che qualche volta ancora ogni tanto qualche congiuntivo lo “cilecco”, ma l’importante è cercare di migliorarsi sempre. Per me aver scritto questa canzone è un monito per me stesso e spero lo sia anche per gli altri.

 

Non è facile come sembra saper conquistare i più giovani, e cercare anche di insegnare loro qualcosa rende il tutto ancora più arduo. C’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela?

Mah, no… la sensazione di non farcela mi sembra un po’ eccessivo, diciamo che è sempre una grande sfida ogni volta che si prova a rendere piacevoli argomenti che di per sé non lo sono così tanto. Raccontare delle cose didattiche ai più giovani, ma non solo, in generale, provare a fare divulgazione è sempre una grande sfida. Sicuramente ci sono stati degli argomenti che, mentre provavo con mio fratello Michele a renderli piacevoli, a divulgarli, a cercare di trovare la chiave giusta per creare una canzone che potesse raccontare quel determinato argomento, in alcuni momenti proprio non ci veniva l’idea giusta e lì bisogna prendersi un po’ più di tempo e sperare che il tempo sia nostro amico, ma l’importante è metterci sempre la passione e il giusto impegno per cercare di fare il meglio che si può.

 

Qualche tempo fa hai condotto Un palco per due, ma è solo l’ultima di varie esperienze televisive. È un mondo in cui vorresti tornare o preferisci altri media?

Il mondo della conduzione televisiva è una delle cose che mi piace più fare, che mi diverte di più e che mi stimola maggiormente. È come se fosse un po’ la sintesi di tante cose che mi piace fare e che sto facendo. Ho avuto la fortuna di aver potuto fare delle esperienze che mi hanno insegnato tantissimo e mi stanno facendo imparare un mestiere che mi piacerebbe fare. Spero di avere l’opportunità di farne tante altre.

 

Questo e lo scorso anno hanno messo a dura prova tutti quanti, ma è ormai noto che chi lavora nel settore artistico non è stato spesso tutelato come altri lavoratori. Durante la pandemia hai pensato a cosa sarebbe successo se non avessi scelto di lasciare l’insegnamento?

No, devo dire che non ci ho pensato perché questa scelta che ho fatto l’ho fatta tanti anni fa e sono contento e convinto di aver fatto la scelta giusta per me, perché ho scelto di fare quello che mi piace fare. L’unica cosa è che mi rendo conto che sono stato piuttosto fortunato in questo anno perché ho sempre avuto la fortuna di lavorare. Questo è stato un fattore abbastanza casuale: avevamo tanto lavoro programmato prima che venisse il Covid, quindi durante tutta la pandemia (soprattutto durante il primo anno che è stato il più difficile) siamo riusciti a lavorare a tutto quello che avevamo preso. Sono stati tanti lavori di scrittura: ho scritto dei libri, abbiamo scritto e realizzato un podcast, abbiamo scritto un nuovo spettacolo teatrale, abbiamo scritto il disco, quindi tante cose che erano entrate prima del Covid e che durante il Covid abbiamo potuto, per fortuna, fare.

 

Seppur con alcune limitazioni, quest’estate è stata costellata di eventi in tutta la penisola. Ce n’è qualcuno (di cui sei stato protagonista, ma anche spettatore volendo) di cui conservi davvero un bel ricordo?

Il più bel ricordo di quest’estate è stato il primo live che sono tornato a fare: è stata un’emozione grandissima poter tornare a fare un evento live dopo tanto tempo in cui eravamo fermi e riabbracciare metaforicamente il pubblico e vedere finalmente davanti a te qualcuno e non vedere soltanto uno schermo e le persone dietro le proprie webcam. È bello che piano piano si stia ripartendo, speriamo davvero di poter tornare presto alla normalità.