Chester Bennington, rendere la musica immortale
A quasi quattro anni dalla sua morte del vocalist, i grandi successi dei Linkin Park continuano ad attrarre le nuove generazioni
Lorenzo Sotgiu | 19 maggio 2021

Chester Charles Bennington nacque a Phoenix il 20 marzo 1976 sotto il segno dei pesci. Figlio di un poliziotto e di un’infermiera, crebbe in Arizona. Dopo il divorzio dei genitori, scelse di stare col padre e si avvicinò, grazie all’influenza del fratello, alla musica rock di Foreigner e Rush. Non ebbe un’infanzia felice in quanto, oltre ad aver vissuto tristemente la separazione dei genitori, dai sette ai tredici anni fu vittima di molestie sessuali da parte un adolescente, che segnarono profondamente la sua vita; inoltre, già da ragazzino, cominciò a fare uso  di droghe pesanti, cocaina, eroina e LSD.

Una vita per la musica

La passione seria per la musica arrivò per Chester nei primi anni ’90 e, ispirato dai gruppi come Depeche Mode e Stone Temple Pilots, cominciò a frequentare dei piccoli gruppi nei quali potè esibirsi come cantante, tra cui i Grey Daze con il quale ottenne una discreta fama nello stato dell’Arizona.

Nel 1998, Chester lascia il gruppo ed entra a far parte di una band di Los Angeles, gli Xero, che poco dopo cambiò il nome in Hybryd Theory prima, e in Linkin Park poi, dando vita a uno dei gruppi più importanti della storia del rock degli anni Duemila.

Nel corso della loro carriera, fino al maggio 2017, i Linkin Park hanno pubblicato sette album, regalando al pubblico canzoni divenute dei veri classici del  "nu metal" e non solo, come In the End uno dei brani che raggiunto il maggior numero di ascolti.

Negli anni del suo maggior successo Chester attuò anche un progetto da solista sotto il nome Dead By Sunrise, e divenne per un paio d’anni il cantante di una delle band che maggiormente lo avevano influenzato agli inizi di carriera, gli Stone Temple Pilots.

Chester Bennington è stato uno dei pochi artisti che ha lasciato un profondo segno nella musica rock e metal negli anni Duemila, unico per il suo timbro di voce e per la caratteristica vibrazione che ha reso la stessa voce riconoscibile non solo tra gli amanti del genere, ma anche dagli ascoltatori delle sole celebri canzoni della band.

Immortale

Nonostante i successi e le notevoli soddisfazioni che hanno contraddistinto la sua carriera, Chester è stato soggetto a forte crisi depressive che il 20 luglio nel 2017 lo hanno indotto al  suicidio.  Questo estremo gesto è arrivato dopo qualche mese dalla morte del suo caro amico Chris Cornell, toltosi anch'egli la vita, lasciando un vuoto enorme in Chester e nei suoi fan. Dopo la sua morte, Bennington scrisse una lettera all’amico perduto nella quale era evidente la forte ammirazione verso lo stesso, il dolore e la sofferenza per la grave perdita e nella quale dichiarava di non immaginare un mondo senza di lui.

I fan dei Linkin Park hanno provato una grossa perdita con la morte del vocalist, ma le sue interpretazioni, viste e riviste nei video pubblicati sull’web, così come i suoi concerti e il suo” urlo arcaico”, lo fanno vivere in eterno e attraggono sempre di più le nuove generazioni, persino gli adolescenti di oggi che poco lo hanno conosciuto.

Molti giovani, oltre agli ammiratori del genere musicale rock e metal, oggi ricordano Chester Bennington in quanto i suoi brani, come il già menzionato In The End, sono stati le colonne sonore che hanno animato una delle serie più amate dai ragazzini, Dragon Ball, anime degli anni ’90.