Come ogni anno a Roma si è tenuto il Concerto del Primo Maggio, organizzato anche nel 2019 da iCompany. Replicando il successo dell’anno scorso, è stata proposta una line-up molto “giovane”, capace però di mettere d’accordo più generazioni e più gusti (dal pop-rock più tradizionale all’indie, passando per trap e rap). Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di vivere il “dietro le quinte” dell’evento, incontrando e intervistando alcuni degli artisti di questa edizione, come gli Eugenio in Via Di Gioia, Willie Peyote, Bianco e Colapesce.
Oltre alla disponibilità, è stato dimostrato anche un grande senso di responsabilità nei confronti di tematiche di stringente attualità. Una delle maggiori critiche mosse a questa e alle precedenti edizioni del Concertone è stata proprio in merito alla natura “leggera” di molti degli artisti coinvolti, apprezzatissimi dai giovani e proprio in virtù di questo bollati come disimpegnati. Le riposte che ci hanno dato dimostrano come i “nuovi” cantautori siano tutt’altro che disimpegnati, ma anzi, non abbiano paura di esporsi e dire la loro in merito a questioni di vario tipo; da ciò che più gli compete in quanto artisti (opinioni in merito alla line-up) a ciò che riguarda tanto loro quanto qualunque cittadino (l’ambiente o il significato della Festa dei Lavoratori).
C’era un clima di estrema serenità (nonostante la pioggia e l’ansia di salire su un palco così importante) che ha reso godibile l’evento per tutta la sua durata. Gli artisti si sono dimostrati non solo disponibili ma anche – e soprattutto – ben consci di quello che un evento così importante significa.
EUGENIO IN VIA DI GIOIA
Stamattina prima del concerto avete pubblicato sulla vostra pagina Facebook un post in cui scrivevate come sarebbe semplice tenere pulita piazza San Giovanni se ognuno pensasse a tenere pulito il proprio metro quadro. Come avete dimostrato con il vostro ultimo album “Natura Viva” il tema ambientale vi sta molto a cuore: cosa vi sentite di dire in questa giornata?
Le nostre canzoni parlano per noi e noi cerchiamo di ribadire il concetto ogni volta che ce n’è la possibilità come oggi, di fronte ad una grande piazza e in più su uno schermo televisivo. Per noi era importante riuscire a dire anche soltanto una parola legata a questo tema e speriamo di averlo fatto senza sembrare dei “caciaroni” o degli sloganisti. È importante che chiunque senta questo problema come proprio lo esterni in maniera manifesta molto più di altre situazioni. Forse il modo più concreto per dare il proprio contributo è pensare, quando vai a fare la spesa, e prima di comprare qualcosa cercare di capire da dove arriva, come viene smaltita… eccetera. Oltre all’importanza delle scelte individuali poi c’è bisogno sicuramente di sostanziali decisioni politiche.
WILLIE PEYOTE
Partiamo con le domande difficili: che cos’è il primo maggio per te?
Direi che è un momento per riflettere sul lavoro nella nostra Nazione, sulle chiacchiere che si fanno e i pochi atti che invece vengono portati avanti per difendere chi lavora, per permettere che ci sia parità di trattamento tra uomini e donne, per fare in modo che nessuno muoia più lavorando, e poi è anche l’anniversario di matrimonio dei miei nonni: questo rappresenta per me!
E se invece fossi tu uno del pubblico chi ti piacerebbe vedere sul palco? Magari donna?
Qualcuno che sa cosa sta facendo. Donna o uomo che sia purché sappia perché è su quel palco e si ricordi che non siamo qui solo a suonare, ma anche a rappresentare delle idee.