Il claim dell'edizione 2019 del Primavera Sound Festival è "The New Normal": la "nuova normalità" prevede la parità tra nomi femminili e nomi maschili in cartellone (così come prevede la presenza di generi musicali diversissimi tra loro), lanciando una sfida al mondo della musica dal vivo internazionale. Si pensava fosse impossibile e invece ci è stato dimostrato il contrario: noi giovani reporter vi vogliamo condurre in un percorso di scoperta di alcuni dei protagonisti di uno dei festival musicali più importanti al mondo che non è mai stato "solo un festival", schierandosi da sempre e lavorando per rendere reali gli ideali che ha sempre appoggiato.
Tra i partecipanti dell'edizione di quest'anno del Primavera c'è anche Robyn, pseudonimo di Robin Miriam Carlsson, una nota e affermata cantante Svedese. Classe 1979, debuttò a solo 15 anni e un anno dopo uscirà il suo primo album “Robyn is here”. Il suo successo fu confermato dall’inserimento dei singoli “Show me love” e “Do you know (what it takes)” nella famosa Billboard Hot 100, una lista settimanale dei pezzi più famosi del momento. Con il passare degli anni, divenne sempre più popolare fino ad affermarsi come una delle più influenti cantanti al mondo. Nel 2010 uscì, contenuta nell’album “Body talk pt.1”, la canzone “Dancing on my own”; gli appassionati della serie tv “Girls” l’avranno sicuramente riconosciuta, poiché fu inserita in un particolare episodio e ricevette anche una nomination ai Grammy Awards 2011.
Il pezzo sopracitato non può non essere analizzato, poiché la storia descritta è davvero toccante: la protagonista è una donna che balla da sola in una discoteca, dove è presente anche l’uomo di cui è innamorata. Quando si gira a guardarlo, lui sta baciando un’altra donna. Il resto della canzone si sofferma poi sulla solitudine che una persona può provare in un luogo affollato dove non viene considerata e amata da nessuno. A differenza di altre tracce di Robyn, questa è estremamente pessimista e non offre speranza di un miglioramento della protagonista. Inutile dire che il brano ricevette il plauso dalla critica, e in Svezia si classificò prima per svariate settimane consecutive nelle canzoni più popolari dell’anno 2010. Questa è una canzone assolutamente da sentire e risentire, perché sono pochi in circolazione i componimenti toccanti come “Dancing on my own”.
Altro pezzo che merita un approfondimento è “Show me love”, il vero primo singolo di Robyn ad ottenere un successo mondiale. È una ballata molto semplice in cui l’artista loda l’amore che prova per un uomo, inaspettato e così bello che non si ricorda di averlo mai provato prima. La canzone si conclude con un invito all’interlocutore di mostrare il suo amore per la cantante. Questo è un brano meno toccante del primo, però è un’ottima scelta se si vuole dedicare una canzone al soggetto del proprio amore.
Personalmente penso che Robyn sia una grande artista, magari trascurata in molti paesi del mondo e spero che al Festival possa riottenere la popolarità che aveva ottenuto anni fa. Apprezzo molto anche il claim scelto, che forse riuscirà a mettere una pietra sopra alla disparità dei sessi, argomento sul quale ogni giorno moltissime persone dibattono per cercare di farlo comprendere a tutti gli abitanti del nostro pianeta.